sabato 9 agosto 2014

Australia

La mia Australia. My wild, beautiful, free land.

Quando avevo 5 anni, ho vissuto ad Adelaide, South Australia. 
Non ho ricordi "lineari" della mia vita lí, ma solo tanti brevi flash che si susseguono nella mia mente quando il caldo diventa soffocante o l'erba secca scricchiola sotto i miei piedi. 

Allora, Friends, direi di iniziare dalla cosa più umana che ci sia: i sensi. 

L'olfatto.
E' grazie a questo senso che fisso i ricordi più significativi. Non solo verso l'Australia, ma verso qualsiasi esperienza. Ricordo il profumo di ogni persona, di ogni casa. Darei qualsiasi cosa per risentire il profumo di mia zia Bruna, per esempio…anche se non succederà.   

In Australia l'aria profumava di fiori e di Eucalyptus. Ricordo che mi svegliavo sentendo il profumo di Jacaranda, un albero viola che esiste in quei posti, e mi batteva forte il cuore. Ma ricordo anche il profumo dei toast col burro salato, ricordo l'odore del disinfettante Dettol che mia mamma usava per pulire la casa. Era fortissimo, perché credo fosse a base di Eucalyptus. Una persona normale non lo reggerebbe, ma essendoci cresciuta assieme, io lo ritengo tuttora l'unico disinfettante che userei nella mia casa. 

Disinfettanti a parte, ricordo il profumo dello shampoo di Herbal Essences e il fatto che una volta una mia amica (Asta, si chiamava) era venuta a stare da me per un po' e ci lavavamo i capelli con quello. Adesso e' cambiata la confezione, ma il profumo e' sempre quello. Quello delle mie giornate con Asta.



E l'odore della mia scuola, la Magill School (aneddoto pazzesco: 12 anni dopo mi sarei ritrovata a New York a fare un colloquio per entrare in una scuola, di fronte ad un preside che quand'era piccolo aveva frequentato nientepopodimeno che quella scuola elementare!). Era una cosa come il pan carré appena aperto o gli gnocchi freddi. Lo so, sono parametri insoliti, ma non ci posso far niente se e' questo che mi ricordo. Ma in compenso i giardini profumavano di rose. C'erano rose ovunque. Una volta Ian, un bambino dai capelli rossici me ne regalo' una, ma non sapevo una parola di inglese e avrei voluto ringraziarlo. Allora gli ho sussurrato un "grazie" in italiano. Non so se mi abbia capito, ma dal suo sorriso penso proprio di si.


Quelle che vedete erano le nostre uniformi, coi colori australiani. Il cappello era obbligatorio, per i raggi UV, molto forti in Australia-NZ.

Il tatto
Ricordo la corteccia liscia degli Eucalyptus. Nei lunghi e cocenti pomeriggi estivi, mia nonna mi portava fuori e io disegnavo casette sulle cortecce degli alberi della strada. Le strade erano deserte e il sole picchiava forte. Quando sono partita per sempre (mentre mia mamma invece sarebbe rimasta li per lavoro per molti anni ancora), i miei disegni sono rimasti sulle cortecce di tutte le vie. Ho saputo che mia madre piangeva vedendoli ogni giorno, mentre faceva quella strada per andare a lavoro. Mi si spezza il cuore solo a pensarci. 


Ricordo anche la consistenza medio-soffice del legno con cui era costruita la casetta che avevo su un albero. Era stupenda: sembrava il regno delle fate, ma non ci andavo mai perché, non parlando inglese, non avevo nessuno con cui giocare. Col tempo pero' mi sono fatta delle amiche: erano le mie vicine di casa, Kate e un'altra, ma a quel punto la casetta era infestata di ragni pericolosissimi.

La vista
Tramonti impressionanti, terra rossa, di fuoco. 
Nel mio giardino c'erano due iguane, di specie "blue tongue". Mangiavano tutte le lumache, con la loro lingua blu!
A proposito di iguane, una volta ero nel deserto australiano e c'erano circa 60 gradi. Stavo morendo e i rangers erano lontani. Ero disperata. Mia madre mi racconta che ero rossa come un peperone. Avevo solo della mortadella con me (HAHAH) e un'iguana enorme me l'ha mangiata tutta. Da quel giorno non mi e' mai più piaciuta la mortadella. 

L'Australia era piena di ragni e serpenti. I peggiori ragni pero' erano quelli piccoli, i redbacks: neri come il carbone, con una macchia rossa sulla schiena: una loro puntura ed eri morto.
Quelli grandi come una mano stavano dappertutto: in bagno, in giardino, in cucina, ma erano relativamente innocui. Ce ne sono alcuni, grandi come dei passerotti, che ti saltano letteralmente addosso. Ma davvero, sono innocui, poveretti. Lí li chiamavano Jumping men, se non erro.


Uno poi si abitua. Anzi, convivevo con un australiano, Steven, che mi ha insegnato come prenderli senza far loro del male e a posarli fuori dalla casa.

Poi ricordo i koala e i canguri. Una volta un gruppo (branco?) di canguri mi ha quasi assalita perché mi ero avvicinata ad un loro piccoletto. Ho visto anche dei dingos, ma di quelli non ho molti ricordi (solo tanta paura dei loro attacchi). Ma l'animale che ricordo più di tutti e' il Wombat. Ci avevano anche insegnato una filastrocca che si chiamava Wombat Stew (per chi morisse dalla voglia di impararsela, http://www.amazon.com/Wombat-Stew-Marcia-K-Vaughan/dp/0382092112). E i diavoli della Tasmania: brutti ma quel brutto che piace.




A scuola non si potevano usare le scarpe in classe, perché c'era la moquette. Ci davano dei cioccolatini a forma di ranocchi. La mia maestra si chiamava McClaren e me la ricordo solo perché all'epoca la associavo alla famosa macchina di formula 1 (correggetemi se sbaglio).


Ogni mattina ci facevano ballare con la musica "The lion sleeps tonight". Piangevo sempre con quella canzone, ma non ho mai saputo perché. Copiavo tutti i movimenti dalla mia amica Kate, perché non mi veniva spontaneo ballare di mattina presto.












Tornando da scuola passavo da Carmelina, una signora italiana che era immigrata in Australia molti anni prima. Di lei ricordo solo che mi preparava i gamberoni (mai piaciuti, perdonami Carmelina) e che nel suo giardino crescevano alberi di pesca che poi facevano le pesche più profumate del pianeta. Non mi e' più capitato di assaggiare delle pesche buone come le sue.






Ora, purtroppo devo tornare ai miei libri di giurisprudenza, ma ripeto: la Sara-giurista non ha niente a che vedere con la vera Sara Ginevra. E' solo che le tocca fare anche la giurista, se vuole avere in futuro tempo per nuove avventure nel mondo. Altrimenti sarebbe costretta a trascorrere le sue giornate scannandosi per trovare un lavoro decente e addio corse tra i canguri o lotte coi serpenti. Teniamo duro ora, ne varrà la pena. 
Continuero' le mie storie australiane domani, se la signora Ispirazione verra' a trovarmi per l'ora del te'.

Until next time,
Saraita





Io e Asta. L'altra bambina era Sarah. Era Natale.

2 commenti:

  1. Il mio prossimo animale domestico sarà un Blue Tongue!

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  2. Chi ben comincia è a metà del'opera!

    Bellissimo blog, bellissimo post ♡

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